SAN CASSIANO DI PISA
e la casa sul greto dell'Arno

Nel 1147 papa Eugenio III († 1153) – che era nato a Montemagno di Calci e fu monaco cistercense e “diletto” discepolo di San Bernardo da Chiaravalle –, concesse un privilegio all’abate Marino e ai vallombrosani di San Paolo a Ripa d’Arno.
Ovvero, su richiesta, affidò alla protezione di San Pietro il monastero e i suoi beni, comprese alcune chiese cittadine: San Sebastiano, fondata in “alodio quondam Marii” (l’allodio del fu Mario), S. Cassiano, S. Vito, S. Angelo, S. Pietro, S. Leonardo, S. Giusto e S. Cristoforo con le loro pertinenze. Li mise così al riparo dalle aggressioni, specie sulle proprietà, da parte di terzi compresi i vescovi.
Quasi tre secoli dopo, nel Catasto fiorentino del 1427, se ne trova ricordo tra gli “incarichi” di San Paolo quando sono annotate le spese per le chiese di San Sebastiano, San Cassiano e Sant’Egidio. Era una certa somma di denaro per ciascuna da utilizzare per le officiature e le feste d’obbligo.
Anche al tempo della Descrizione del benemerito Paolo Tronci (secolo XVII) i vallombrosani detenevano dei diritti sulle tre chiese. Riguardo a San Cassiano, che è quella ci interessa, l’autore purtroppo taglia fin troppo corto non avendo a disposizione – si capisce – che poche notizie.

Cercando però negli archivi, è possibile trovare a volte delle memorie di questa graziosa chiesa in fila come le altre vicine sulle sponde dell’Arno. La parrocchia innanzitutto ebbe competenza sulla zona a meridione del fiume (né poteva essere altrimenti). Nel 1427 poi vi si trovò la casa di un certo frate Buono dell’ospedale di S. Maria a Ponte Vecchio o del Grasso; in tempi successivi anche i Carmelitani ebbero dei beni al Campo Canapaio e presso la via San Paolo – luoghi di sua giurisdizione.



Nell’ottocento il Catasto leopoldino tracciava nelle mappe il vicolo “di San Cassiano” tra il vicolo del Galloro e il vicolo dei Somari (esistenti). Si vede, facendo anche il confronto con le mappe Google, come il vicolo oggi sia stato inglobato dall’ampia via Francesco Crispi. L’antica chiesa pertanto doveva trovarsi all'incirca dove è piazza Aurelio Saffi ai piedi del ponte Solferino.

Nell’agosto 1525 la parrocchiale di San Cassiano “ in civitate Pisarum”, ebbe come rettore prete Marcantonio del fu maestro Giovanni “Artiglierie” da Cascina. Il quale, volendo obbedire ai Magnifici Signori Commissari del Santissimo Padre Clemente VII “fecit et solemniter ordinavit suprascriptam portatam et productionem introitus dicte ecclesie parrochialis Sancti Cassiani de Pisis ...”.
Per prima cosa fece segnare i beni vicini. Tra questi una piccola “domum”, cioè una residenza che allora era di più di una casa:
“Unam parvam domum copertam positam Pisis in sul greto d’Arno apresso alla chiesa di Sancto Cassiano co’ suoi vocabuli et confini. La quale al presente conduce et habita una povera vedova et rende l’anno di pigione lire 8”.
Segue in volgare:
“Un’altra chasetta posta in Pisa in Nel chiasso di Sancto Cassiano coperta co’ suoi vocabuli et confine in nella quale habita al presente uno povero homo che fa giunchi et paghane l’anno di pigione lire sei ...”.

Una terza memoria invece si riferisce a una casetta senza ubicazione concessa a tale Antonio di Tomeo di Gherardo, “habita in Pisa”, dietro pagamento di una libbra di cera.
Quindi, uno dopo l’altro appaiono i conducenti delle terre del contado e l’entrata segnata in staia o quarra di grano.
Il primo è Ranieri di Provinciale di Lupecchio da Vecchializa (Pontasserchio) per un appezzamento a Tabbiano di Valdiserchio, conteso “in piato” con prete Mariano Lanfranchi – che, anche se il foglio non lo dice, era il rettore di San Sebastiano in Banchi –.
Dal secondo in poi, eccetto uno, i conducenti fanno riferimento al territorio di Cascina e curiosamente appaiono prossimi alla omonima pieve di San Casciano a Settimo della quale, altra coincidenza, fu patrona per secoli la famiglia di prete Mariano, i Lanfranchi. Ma su questo, almeno per ora passons ...
I conducenti erano:
– Battista di Giovanni del Punta da Laiano per un pezzo di terra a Laiano;
– Carolo di Iacopo di Nannipero da San Frediano a Settimo per un pezzo di terra un luogo detto “Chiasso” sempre a San Frediano a Settimo;
– Girolamo di Mariano d’Antonio da Campo per della terra a Lama di Campo, “al presente si piatisce” con prete Mariano Lanfranchi;
– Bernabé di Menico di Forte da Zambra per della terra a Zambra;
– Iacopo di Tommaso di San Lorenzo alle Corti abitante a Zambra per tutte le terre e vigne che un tempo facevano Giovanni Gambini e Provinciale suo fratello.
Con Iacopo termina l’entrata e la “ricolta” delle terre. L’uscita registra le spese “a ffare officiare l’anno la detta chiesa di Sancto Cassiano a uno prete” (il rettore evidentemente non celebrava), e per le candele da donare ad amici e benefattori il giorno di Santa Maria, cioè il 2 febbraio, la Candelora.
Segue una dichiarazione su come prete Marcantonio avesse fatto copiare e autenticare la portata dal notaio Raffaello del fu Giovanni di Pace cancelliere del comune di Cascina.
E alla fine proprio il rettore appone la firma e fa il giuramento con una grafia grande e incerta da persona poco versata nelle lettere – cosa non comune tra i preti.
O più probabilmente, era anziano e aveva la mano un poco tremante.


Paola Ircani Menichini, 19 novembre 2021.
Tutti i diritti riservati.



L'articolo in «pdf»




RICONOSCIMENTI


Le fotografie


– Kilian Ponheimer, Veduta di Pisa, prima metà del secolo XIX.

– Particolari sul vicolo di San Cassiano nel Catasto Leopoldino, secolo XIX.

– Particolare del foglio del 1525 che ricorda la "domum" sul greto dell’Arno.

– Particolare della mappa Soli-Florimi, secoli XVI-XVII.


Precedenti


«IL CHIASSO D'ORO nel castello medievale di Livorno»
«I PISANI AD ACRI (Palestina). Il patronato dell’ospedale dello Spirito Santo»
«BENEFICI E CHIESE a Campiglia Marittima e dintorni (1869)»
«SANT'APOLLINARE sull'Arno a Barbaricina (Pisa)»
«GUELFUCCIO DI MANNUCCIO di Volterra e il suo testamento del 1406»
«VIOLANTE DI BAVIERA e i Carmelitani di S. Eufrasia a Pisa»
«I MULINI del Comune di Montecatini di Val di Cecina (1543)»
«LE CIOPPE DI CRISTOFANO DI ARRIGO dal Campo ribelle pisano»
«Liturgie a Volterra – Benefici ecclesiastici rivendicati dal 1867»
«Religiosità popolare e compagnie laicali nella Livorno del granduca Pietro Leopoldo»
«San Sebastiano in Banchi di Pisa e il rettore Lanfranchi»
«Jan van Diest chierico "de Cruce" con Enrico VII a Novara (1310)»

«ARTI E CORPORAZIONI - Breve storia dell’associazionismo di mestiere e commercio in Toscana e in Italia»
«La Cinquantina di Cecina e l'ospedale di Vada (sec. XIII-XIV)»
«San Bernardo di Pisa e le decime del vescovo di Fossombrone»
«L'ospedale di san Nicola a Rosignano (Ospedale Nuovo di Pisa)»
«A Palaia nel castello e nelle botteghe dei notai»
«La masnada del castellano di Montopoli Valdarno»
«Santa Maria Maddalena di Piombino (Ospedale Nuovo di Pisa)»
«I monaci di Classe di Ravenna nell'anno in cui morì Dante»
«Le capre di Pomonte - L'Ospedale Nuovo di Pisa all'Isola d'Elba»

«San Martino di Catignano e il nuovo rettore»

«San Pietro a 'Macadio' e Bottano di San Giuliano Terme»

«Maestro Ugolino da Montecatini e la laurea in Medicina»

«Gerosolimitani di Pisa versus ospedale di Osnello»

«Il Ponte di Cecina, gli Anne e Santa Maria del Mansio»

«I Cavallozari di Pisa e la badia di Carigi in Valdera»

«Rondine di Giulia - La beata della Rena da Certaldo e i luoghi della sua memoria»

«Cieri Upezzinghi ribelle a Valdiperga (Castellina Marittima)»

«Il Laudario di Pisa e gli inni a Giordano, Bona e Ranieri»

«Il parlamento dei liberi uomini di Bibbona»

«San Piero Piccolino e le Cascine Ferdinande di Pisa»

«Mone Tedicinghi di Volterra e famiglia (inediti)»

«Case e chiassi medievali di San Piero in Vincoli di Pisa»

«Giovanna «Contessa Bianca» (di Dante) a Cortona»

«Santa Innocenza a Piana e le vie romane antiche»

«Terre dei Cavalieri di Malta a Alberese (Grosseto)»

«Le mute campane – Breve storia di San Giovanni al Gatano di Pisa»

Presentazione virtuale del libro: I Frati Minori Conventuali di San Francesco di Volterra e altre vicende, 2020 «clic»



La prima parte del libro in «Academia.edu»